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Nel panorama "tradizionalista" degli ultimi anni, sembra emergere prepotentemente la figura di don Alessandro Minutella, sacerdote siciliano piuttosto famoso, fondatore di un movimento sacerdotale chiamato "Sodalizio Sacerdotale Mariano", oltre che di una congregazione femminile, e creatore del canale YouTube "Radio Domina Nostra" molto attivo con numerose dirette quotidiane. Questo sacerdote è balzato spesso alle cronache televisive soprattutto per essere stato scomunicato e ridotto allo stato laicale a causa delle sue posizioni riguardo la presunta invalidità della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI. Questo sacerdote e i suoi "fedeli" non riconoscono la validità dell'elezione di Papa Francesco e perciò (secondo loro) la sede sarebbe vacante ed impedita, occupata da un falso Papa.
Non intendo entrare nel merito di questa questione, in primis perché non è l'oggetto di questo articolo, ma anche perché è già stato dimostrato come questa tesi non ha alcun fondamento e può essere facilmente smontata.[1]
UN FALSO TRADIZIONALISTA
La cosa che mi preme mettere in luce in questo articolo è il fatto che questo sacerdote appare come un prete "tradizionalista", ma che in realtà lui e la tradizione cattolica sono distanti anni luce. Non intendo qui fare uno studio sistematico e capillare del suo pensiero, mi limito semplicemente ad analizzare alcuni elementi, soprattutto liturgici, che contraddicono quello che lui vuol far credere e confondono i suoi stessi "fedeli" che in buona fede pensano di trovarsi difronte un sacerdote fermamente legato alla tradizione.
Lui e il suo "piccolo resto" (così chiama i suoi seguaci) hanno adottato la liturgia tridentina di S. Pio V come forma celebrativa. La Messa tridentina in effetti è definita anche la "Messa di sempre", o anche la "Messa tradizionale", quindi fin qui tutto torna. Chi ha una conoscenza media della liturgia tradizionale non può non notare alcune cose che tutto hanno a che fare tranne che con la Messa di S. Pio V. Se osserviamo infatti il modo con cui lui e i suoi confratelli celebrano (si presume che le direttive liturgiche le dia lui), ci rendiamo conto che ci sono degli "strafalcioni" o meglio abusi liturgici, ed errori talmente grossi da far rabbrividire anche il più ignorante dei liturgisti o il meno capace dei cerimonieri.
Messe cantate?
Uno dei "mostri liturgici" di questi sacerdoti è senza dubbio quella che appare come la "Messa cantata". Credetemi gli abusi liturgici sono talmente tanti che non si finirebbe di elencarli tutti, ma ne riporto giusto qualcuno a titolo di esempio.
Le norme liturgiche e le regole riportate da tutti i manuali di liturgia stabiliscono che per la Messa in canto il sacerdote debba cantare con dei toni stabiliti, tutte quelle preghiere e i testi che spettano solo a lui, ad esempio le orazioni di Colletta e Postcommunio, l'Epistola, il Vangelo e altre parti. Altre invece spettano al coro, e vanno cantate da esso ed eventualmente con il popolo se ne è capace: l'Introito, il Gloria, il Graduale, l'Allelluia, il Credo, l'Offertorio, il Sanctus, l'Agnus Dei, e il Communio. Quelle parti che il coro canta, (ma non tutte) il sacerdote le recita sottovoce contemporaneamente al coro.
Nelle Messe "cantate" dei sacerdoti "minutelliani" se ne vedono letteralmente di tutti i colori! Le preghiere ai piedi dell'altare vengono recitate ad alta voce, quando invece dovrebbero essere recitate sottovoce dal sacerdote e dal chierichetto mentre il coro canta l'Introito, mentre capita spesso che i sacerdoti "cantano" loro in rettotono l'introito che spetterebbe al coro. Della serie "famo un po' come ce pare".
Una delle cose più bizzarre che mi è capitato di vedere è la Messa con il diacono. Chi conosce la liturgia tradizionale sa benissimo che non esiste la Messa con un solo diacono, ma la Messa solenne con diacono e suddiacono. Ebbene i "maestri" liturgisti del "piccolo resto" che fanno? Si sono inventati la Messa semisolenne con solo il diacono.
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Ora, senza stare a fare troppi giri di parole, a me tutto questo fa pensare solo ad una cosa: i preti del "piccolo resto" celebrano la Messa tridentina con la mentalità e il "modus operandi" della nuova Messa. In pratica nella Messa tridentina (secondo il loro pensiero) si possono applicare senza alcun problema le norme previste per la Messa conciliare. Questo non è solo un abuso, ma fa trasparire in maniera chiara e lampante che la Messa tridentina a loro non interessa affatto! Tanto è vero che a detta di molti suoi seguaci ciò che più conta è che la Messa non sia celebrata "una cum" Papa Francesco.
E allora perché celebrare la Messa tridentina in Latino? Ha un carattere più sacro? E allora perché deturparla? Il motivo sembrerebbe risiedere nel fatto che Benedetto XVI amava in maniera particolare la "forma straordinaria" (così da lui definita) del rito romano e che nei suoi desideri e progetti c'era quello di fondere le due forme del rito romano (antico e nuovo) per fare quella che alcuni definiscono una "riforma della riforma" ovvero riportare elementi della Messa tridentina nella Messa post-conciliare, e contemporaneamente portare la Messa tridentina ad essere più vicina alla Messa del Vaticano II. Una sorta di sincretismo liturgico tipico del pensiero ratzingheriano e modernista.
Stando a questa logica appare chiaro che il modus operandi di don Minutella e dei suoi sacerdoti è perfettamente in sintonia con questo concetto di "riforma della riforma", con la differenza che lui non ha alcuna autorità per stabilire delle norme liturgiche universali, e che se vuole celebrare la Messa tridentina lo deve fare rispettandola e non violentandola. Se invece questo atteggiamento nasce da una maldestra improvvisazione o da una poca conoscenza della liturgia tradizionale, per certi aspetti sarebbe ancora più grave, in quanto sarebbe sufficiente studiare un qualsiasi manuale di liturgia per imparare quantomeno i movimenti.
Posizione durante l'Omelia
È noto come nelle chiese preconciliari sia presente un elemento caratteristico: il Pulpito. Questo elemento liturgico aveva e avrebbe ancora oggi, la funzione di ospitare il sacerdote durante la predicazione, e in certi casi di amplificarne la voce. Nelle chiese o negli oratori più piccoli spesso manca, e quindi per predicare il sacerdote si porta nei pressi della balaustra o rimane sull'altare scostandosi normalmente dal lato del Vangelo. Come ho appena detto il sacerdote si sposta verso un lato, perché? Il motivo è molto semplice: mai dare le spalle al tabernacolo o alla croce dell'altare!
Nelle loro celebrazioni i sacerdoti di don Minutella sistematicamente si piazzano davanti al tabernacolo dando le spalle a quest'ultimo e alla croce. Beh è chiaro che loro sono abituati alla Messa nuova dove il sacerdote è normalmente rivolto ai fedeli al centro dell'altare dando le spalle al tabernacolo. Mi sembra che tutto torna!
Un ultimo errore grossolano lo si intravede anche nella foto qui sopra, i paramenti sono viola, il che fa pensare che sia una Messa di Avvento o comunque penitenziale. Ebbene, possibile che don Minutella e i suoi confratelli non sappiano che nelle Messe di Avvento e di Quaresima oltre che nelle Messe funebri e in generale in tutte le Messe penitenziali non si adorna l'altare con i fiori?
Tutto questo fa emergere un disinteresse profondo per la liturgia! È evidente invece come i sacerdoti tradizionalisti veri, hanno una cura indiscutibile della liturgia!
Questo interesse per la liturgia tradizionale sembra avere uno scopo diverso, ossia distinguersi dalla massa e dare l'impressione di un ritorno a ciò che è più autentico, ma in realtà senza alcun reale radicamento interiore, è di fatto uno stratagemma per avere visibilità ma non altro.
Talare Si talare No
Sembra evidente che don Minutella e i suoi confratelli si travestono da tradizionalisti, ma in buona sostanza si comportano come i preti del post concilio.
Attenzione! Ho detto che si travestono da tradizionalisti vero?... manco tanto direi! Infatti guardando i loro video e alcune loro foto si nota come spesso non indossano la veste talare, ma un più comodo e moderno clergyman di conciliare e protestante memoria.
Ma uno dei segni distintivi di un prete cattolico prima ancora di tradizionalista non è proprio la talare con il collo romano? E allora che razza di tradizionalisti sono loro? È vero che don Minutella è stato ridotto allo stato laicale, e che in teoria (ma non in pratica) non potrebbe indossare la talare, ma allora perché alcuni di loro portano il clergyman? Qualcosa non quadra!
Ambizioni vescovili
Altro aspetto non secondario che si riallaccia all'abbigliamento, sono le così dette "insegne vescovili" ovvero quei segni esteriori che identificano un vescovo, un abate o più in generale un "ordinario". Queste insegna normalmente sono costituite dall'anello pastorale, la croce pettorale, lo zucchetto, la mitria e il bastone pastorale. Di norma quando un vescovo, un abate o un ordinario non svolgono funzioni liturgiche e si trovano in contesti informali, sono riconoscibili dall'anello e la croce pettorale.
È curioso notare come da diverso tempo, don Minutella abbia iniziato ad indossare nella sua quotidianità un anello che, guarda caso, assomiglia molto ad un anello vescovile, e ugualmente una specie di croce pettorale, che come si può notare infila nel taschino della camicia così come spesso usano fare i vescovi. Per onestà bisogna anche dire che ultimamente questa croce sembra che l'abbia messa da parte, infatti non si vede più. Forse qualcuno gli avrà fatto notare che si stava spindendo un po' troppo oltre.
È notorio come uno degli argomenti più ricorrenti nelle sue dissertazioni quotidiane sia legata ad un ipotetico "grande prelato" annunciato da diverse profezie, in cui si direbbe che la Chiesa finirebbe in una crisi senza precedenti, e che un grande prelato appunto giocherebbe un ruolo chiave per far uscire la Chiesa da questa enorme e disastrosa crisi. Le profezie che cita don Minutella sono diverse e di tempi diversi, ma tutte parlerebbero di un personaggio importante che risolleverebbe la Chiesa.
Anche se questo argomento lo toccherò meglio nel prossimo paragrafo, a tal proposito bisogna necessariamente dire che le profezie non appartengono al deposito della fede, e che non aggiungono nulla a ciò che è stato rivelato da Gesù Cristo e fissato nei vangeli e nel magistero della Chiesa. Questo significa che non possiamo dare un valore dogmatico a questi scritti. In altre parole, le profezie appartengono a quelle che la Chiesa definisce "rivelazioni private" e appartengono alle grazie gratis datae, ovvero a quei doni gratuiti di Dio al di fuori della potenza naturale ma anche al di fuori del merito soprannaturale della persona che le riceve[2].
Detto questo, si evince come don Minutella con il suo atteggiamento, sembrerebbe voler far credere che questo ipotetico "grande prelato" sia lui. Sembra ovvio che a nessun sacerdote gli passerebbe per la testa di indossare segni che lo possano far confondere con un personaggio di rilievo come un vescovo, in altri termini se don Minutella indossa un anello simil vescovile e una croce simil pettorale, evidentemente vuole lanciare il messaggio che lui è un personaggio importante e perché no il tanto atteso "grande prelato".
Del resto è abbastanza evidente questa sua presunzione nel fatto di ricevere nelle sue mani i voti delle "suorine" cosa che normalmente si rimette nelle mani del Vescovo o del superiore generale di una congregazione. Ma a lui chi avrebbe dato questa potestà? Stessa cosa per quanto riguarda le Cresime, che amministra senza che nessun vescovo gli abbia dato il mandato. Se è vero che in uno "stato di necessità" un sacerdote può conferire le cresime, è anche vero che lo "stato di necessità" previsto dal diritto canonico non significa che si può fare qualsiasi cosa ci passi per la testa.
Questo modo di agire tradisce delle intenzioni che tutto possono essere definite tranne che in linea con la tradizione cattolica.
POSIZIONI DOTTRINALI AMBIGUE
Se fin qui ho parlato di questioni meramente esteriori, bisogna dire necessariamente che il problema di don Minutella non è solo una questione di carattere liturgico/pratico o di abito indossato. Il pensiero di don Minutella si lega a tutta quella schiera di "conservatori" che appaiono legati ad un concetto di Chiesa tradizionale e che fanno molta presa sulla sensibilità di molti fedeli. Tanti infatti non essendo più abituati a vedere il loro parroco inginocchiato in chiesa con il rosario in mano, appena vedono un prete con la talare e la berretta che dice il rosario o che recita il suo breviario, vengono travolti da un turbine emotivo che gli fa esclamare "finalmente un prete come una volta"! Ma attenzione, perché l'inganno è dietro l'angolo! Non tutto ciò che brilla è oro, e l'abito non fa il monaco. Si dà il caso che queste pratiche appena descritte non sono prerogativa di un sacerdote tradizionalista, ma è ciò che si richiede ad ogni ministro di Dio! Non è la recita del Rosario o del breviario che da la garanzia dell'ortodossia della fede, anche se la tradizione della Chiesa insegna che il rosario preserva dall'eresia, questo non significa che chi lo recita anche assiduamente sia immune!
Presunta invalidità delle SS. Messe Celebrate "una cum"
Una degli errori dottrinali più evidenti di don Minutella è senza ombra di dubbio la dottrina riguardante l'invalidità della S. Messa nel caso in cui venga celebrata in unione con Papa Francesco, ma andiamo per punti.
1. Innanzitutto don Minutella parte da una concezione sbagliata dell'"una cum", ovvero che questa unione con il Papa sia di carattere intellettuale. L'unione che la teologia sacramentale intende non riguarda una unità nei confronti del pensiero teologico privato del Papa, ma una unione con ciò che il Papa è chiamato a rappresentare e difendere ovvero la fede di Pietro. Ora è evidente che questa unità prescinde da ciò che il Papa pensa nel suo intimo, anche perché nessuno lo può indagare a meno che Lui non lo manifesti, ma anche nel caso che il Papa manifesti un suo pensiero che possa essere in qualche modo sospetto di eresia, questo non significa che celebrando "una cum" Papa "X" si è in comunione con quel pensiero eretico.
2. Non trova alcun fondamento l'ipotesi secondo cui la S. Messa celebrata in unione con un Papa che non sia Papa o che sia riconosciuto come eretico, porti all'invalidità della Messa celebrata. Eventualmente potremmo dire che sia illecita, ma di certo rimarrebbe comunque valida.
La Chiesa infatti stabilisce che per la validità della S. Messa siano necessarie 3 condizioni:
- MATERIA: il pane di frumento e vino d'uva.
- FORMA: le parole della consacrazione stabilite dalla Chiesa correttamente pronunciate.
- MINISTRO: il solo sacerdote validamente ordinato[3]
Non è richiesto altro per la validità, quindi perché insinuare nelle coscienze dei fedeli il dubbio in merito a questo argomento? Addirittura don Minutella si spinge oltre, affermando che chi consacra celebrando in comunione con l'eretico Papa Francesco, consacra in realtà il corpo di satana! Quest'ultima affermazione oltre ad essere surreale, non ha alcun fondamento teologico, ed è frutto di una speculazione a dir poco pazzesca e cervellotica, che mira a delegittimare qualsiasi celebrazione che non sia sua o di un suo adepto.
Si badi bene che qui non sto dicendo che sia lecito e giusto celebrare con gli eretici solo per il fatto che i Sacramenti sono validi, ma sto sottolineando un errore grossolano riguardante la teologia sacramentaria!
Anche su questo punto don Minutella si rivela del tutto lontano non solo dal pensiero tradizionale, ma anche da una riflessione intellettualmente onesta, sincera e ponderata.
Valore assoluto delle profezie e delle rivelazioni private.
Come anticipato qualche paragrafo più su, don Minutella fonda gran parte delle sue teorie su messaggi ricevuti attraverso locuzioni interiori ricevute personalmente (su cui la Chiesa si è pronunciata in modo negativo), e su rivelazioni private di mistici e messaggi dati dalla Madonna in apparizioni varie.
Come sappiamo la Chiesa è sempre molto prudente nel riconoscere la veridicità di un'apparizione e dei relativi messaggi, ma nonostante questo non impedisce e non obbliga i fedeli a credere a ciò che questi messaggi dicono. vengono appunto definiti "messaggi privati" che per loro natura non aggiungono nulla al deposito della fede ricevuto attraverso la predicazione degli apostoli e dei loro successori. Inoltre la Chiesa si tiene ben distante dal trarre da queste rivelazioni, conclusioni sul futuro della Chiesa stessa. In altre parole non possiamo dare un valore assoluto a queste rivelazioni private, possiamo trarre moniti, ma non certo stabilire che ciò che viene detto sia verità assoluta.
Lo stesso card. Ratzinger in un'intervista concessa a Vittorio Messori pubblicata poi in un libro dal titolo “Rapporto sulla fede” disse:
“Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo. Egli stesso è la Rivelazione."
Ebbene, don Minutella al contrario da alle rivelazioni private lo stesso valore che si darebbe alle rivelazioni pubbliche della scrittura. E' noto infatti come la teoria del "grande prelato" che viene da varie rivelazioni private e di cui ho già parlato in qualche paragrafo precedente, sia uno dei temi più ricorrenti della sua predicazione.
Ma come se non bastasse, per dare ancora più credito alle sue teorie, non si fa il minimo problema a ricorrere alle sue presunte locuzioni interiori, nelle quali la Madonna e padre Pio gli darebbero messaggi e conferme.
Emblematico e grottesco è il famoso video nel quale si sente don Minutella che imita, in una ridicola pantomima, la voce di padre Pio e della Madonna che incoraggerebbero i fedeli a seguire questo sacerdote perché sarebbe l'unico rimasto a combattere contro la "falsa Chiesa".
Onestamente mi domando come sia possibile che molta gente si lasci abbindolare da un personaggio così ambiguo e controverso, la risposta a mio modesto parere risiede nella capacità di catalizzare il malcontento e il disagio spirituale che molti fedeli vivono a causa della crisi che sta attraversando la Chiesa in questo tempo, don Minutella ha saputo dare un nome a questo disagio: "Bergoglio" e una giustificazione a tutto questo caos: "invalidità della sua elezione". Anche se lui afferma il contrario, Minutella ritiene che i problemi nascano con Bergoglio perché "non è Papa", senza considerare che invece tutto nasce da molto lontano. Per dare valore a queste sue teorie ecco che tira in ballo le profezie della Salette, di Fatima e di altre apparizioni, alcune delle quali mai riconosciute dalla Chiesa come Garabandal, o peggio ancora quelle che lui dice di avere. Di fatto il nostro Minutella dà a queste rivelazioni private lo stesso valore che hanno le rivelazioni pubbliche della scrittura, con lo scopo di dare valore assoluto alle sue teorie.
Don Minutella e il Vaticano II
Don Minutella, contesta il Vaticano II, ma di fatto ne accetta i criteri, se non tutti quantomeno la maggior parte. Porto giusto un esempio che fa comprendere quest'ultimo concetto:
I criteri tradizionali per il riconoscimento della santità durante i processi di canonizzazione, sono profondamente mutati al punto che oggi un Papa come S. Pio V o S. Pio X con molta probabilità non verrebbero mai canonizzati, al contrario vengono canonizzati Papi come Giovanni Paolo II che non ebbe problemi a mettere Cristo Signore sullo stesso piano di Budda, Allah, o alle religioni animiste africane, portando di fatto il pontefice ad una manifesta apostasia.
Appare evidente che secondo i criteri postconciliari la difesa della fede non è così importante come la fratellanza dei popoli. questo concetto trova la sua massima espressione nel documento di Papa Francesco "Fratelli tutti" o nel documento di Abu Dhabi sulla fratellanza universale. Questi documenti non sono altro che il punto di arrivo di una "maratona" iniziata già prima del Vaticano II, che questo concilio ha portato alla ribalta fino al punto che Papa Francesco avesse la strada spianata. Ma i problemi non nascono con lui, Papa Francesco è solo l'ultimo di una serie di Papi che hanno portato avanti una certa visione di chiesa che lui stesso sposa in modo totale.
E' nota a tutti la santità di Padre Pio, ma se consideriamo che i criteri che lo hanno portato agli onori degli altari sono gli stessi che hanno portato agli stessi onori anche Paolo VI, appare evidente che qualcosa non va. Ecco spiegato il perché negli ambienti tradizionalisti si decide di avere prudenza nel riconoscimento dei nuovi santi, non perché non ci si fida della Chiesa ma perché i criteri sono ambigui, motivo per cui si preferisce sospendere il giudizio in attesa di tempi in cui ci siano criteri più chiari e meno ombre sulle indagini canoniche. Questo non significa affatto porsi come giudici al posto della Chiesa, ma usare prudenza.
Ebbene don Minutella questo atteggiamento prudenziale tipico della tradizione non lo applica affatto, dando per scontata la santità di tutti gli uomini e donne canonizzati con i nuovi criteri.
Amicizie ambigue
Come ultimo punto desidero sottolineare alcune frequentazioni ambigue e sospette di don Minutella, in particolare mi riferisco allo psichiatra Alessandro Meluzzi e il politico e critico d'arte Vittorio Sgarbi.
Partendo da quest'ultimo bisogna dire innanzitutto che, l'On Vittorio Sgarbi, pur dimostrando una spiccata cultura religiosa e molto profonda, si dichiara apertamente ateo. Ma nonostante questo è stato scelto da don Minutella per la presentazione di uno dei suoi libri. Questa scelta non si può non definire sconcertante! Un politico dalla discutibile moralità e famoso per avere un linguaggio molto colorito e a tratti decisamente scurrile. Quale contributo alla causa Minutelliana può dare un personaggio come lui se non quello di attirare pubblico? Non sembra esserci infatti alcun motivo apparente per scegliere un personaggio come Sgarbi se non quello di avere qualche astante in più. Oltretutto, e questo lo ritengo ancora più grave, durante il suo discorso di presentazione del libro, l'On. Sgarbi si è lasciato andare a delle espressioni irripetibili, alcune a sfondo sessuale e altre di carattere blasfemo, ma una delle cose più disgustose è vedere la reazione di ilarità di don Minutella davanti a queste riprovevoli espressioni. Non intendo proseguire su questo fatto perché ritengo che solo questo basti a descrivere chiaramente l'ambiguità, la doppiezza e l'opportunismo di don Minutella. Sembra abbastanza evidente come Sgarbi serviva solo per attirare pubblico e non altro.
L'altro amico di don Minutella è lo psichiatra Alessandro Meluzzi. Questo noto personaggio sembrerebbe essere stato ordinato sacerdote e vescovo ortodosso nel 2015, apparrebbe pertanto ad una chiesa che il cattolicesimo ritiene scismatica, e quindi non in comunione con la Chiesa cattolica. In un video del 19 Agosto 2023 don Minutella dichiara di avere grande stima e rispetto per Meluzzi, e gli concede uno spazio considerevole in una delle sue dirette online.
Pur rispettando la libertà di chiunque di intrattenere rapporti di amicizia con chi vuole, sembra piuttosto sorprendente che un sacerdote che si ritiene "tradizionalista" come don Minutella, permetta ad un vescovo non cattolico di intervenire nel suo canale YouTube. E' noto infatti come tutto il mondo tradizionalista sia contrario al dialogo ecumenico voluto dal concilio Vaticano II e lo contesti in maniera netta e marcata, nessun prete tradizionalista si sognerebbe mai di invitare in forma ufficiale, un esponente di un'altra confessione cristiana per intavolare un dialogo pubblico o per tenere una conferenza o una lezione. Don Minutella evidentemente quando si tratta di suoi amici, mette da parte i principi della tradizione per abbracciare quelli modernisti come appunto il dialogo ecumenico.
CONCLUSIONI
Per concludere questo accenno di analisi del pensiero di don Alessandro Minutella, sembra chiaro che di lui possiamo dire tutto e il contrario di tutto, ma non possiamo dire assolutamente che si possa definire un sacerdote "tradizionalista" nel senso più autentico del termine.
Questo dimostra solo una cosa piuttosto inquietante: don Alessandro Minutella non ha altra intenzione se non quella di ingannare quelle persone che cercano delle risposte alla confusione generale della Chiesa, ma purtroppo queste risposte facili che don Minutella dispensa oltre ad essere infondate e quindi false, sono anche profondamente superficiali e illusorie, danno un'apparente soddisfazione a coloro che purtroppo non hanno gli strumenti sufficienti per capire in realtà come stanno le cose.
Questo inganno, più o meno consapevole da parte di don Minutella è piuttosto evidente, soprattutto se pensiamo a tutti coloro che prima o poi sono entrati in contrasto con lui. Una caratteristica di tutti coloro che nella storia hanno subito persecuzioni è la mansuetudine, questo non significa che in profondità non ci sia una sorta di rabbia, ma quella che Minutella dimostra nei confronti di chi lo contraddice è a dir poco impressionante. Urla, insulti e livore dominano spesso parte dei suoi video, finendo poi per ridurre tutto ad un'opera di satana contro di lui, o definendo indemoniato chi lo contrasta. Questo atteggiamento è piuttosto marcato, ad esempio, nei confronti dei familiari delle sue "suorine" che spesso non vedono da mesi o anni le loro figlie, o nei confronti di coloro che uscendo dal "piccolo resto" hanno testimoniato contro di lui e la sua opera, o contro i giornalisti che chiedono spiegazione riguardo le sue opere.
Definire "tradizionalista" un sacerdote come don Minutella non solo è un'offesa alla tradizione, ma getta fango in faccia a tutti quei sacerdoti che celebrano la S. Messa tradizionale subendone le angherie della gerarchia. Inserire Minutella nella lista dei sacerdoti "martiri bianchi" della lotta contro il modernismo è uno schiaffo a Papi come S. Pio X e a vescovi come mons. Lefebvre. Invocare la presunta invalidità dell'elezione di Papa Francesco per usarla come strumento di anarchia è un gesto intellettualmente disonesto, che non considera il fatto che ogni problema all'interno della Chiesa sarà risolto dalla Chiesa stessa, perché la natura di questo organismo non è umana ma divina.
E' necessario che si inizi a fare chiarezza, per evitare che il nome della tradizione venga sporcato da personaggi ambigui e divisivi come don Minutella.
don Bastiano Del Grillo
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[1] Si rimanda in proposito al testo del libro "PAROLE CHIARE SULLA CHIESA" curato da don Daniele di Sorco fsspx.
[2] Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, n.546
[3] Cfr. il can. 815 del Codice di Diritto Canonico del 1917, e il can. 924 comma 2-3 del Codice di Diritto Canonico del 1983
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