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giovedì 29 maggio 2025

Le economie poco economiche di papa Francesco



Successivamente all'elezione di papa Francesco in molti, me compreso, hanno subito evidenziato come la scelta di Francesco di vivere a S. Marta recava un danno consistente in termini economici alle casse vaticane. Al tempo ricordo che molti ci tacciavano per complottisti, nemici del papa o gente che sparava fango gratuitamente sul Santo Padre.

Ora che papa Francesco è morto stanno venendo a galla tutte quelle cose ovvie che però nessuno vedeva, o preferiva non vedere, ma che erano sotto gli occhi di tutti, ovvero che papa Francesco più che essere povero usava i soldi per apparire povero. 

Nelle scorse settimane, diverse testate giornalistiche, fra cui "Libero Quotidiano", "HuffingtonPost", "Corriere Della Sera" solo per citarne alcune, hanno pubblicato diversi articoli nei quali si fanno notare gli enormi buchi di bilancio del vaticano, buchi che ammonterebbero a circa 70/80 milioni di euro. Con grande sorpresa (per loro e non per noi), una voce che ha destato l'attenzione riguardava proprio le spese relative alla gestione di S. Marta e di tutto l'"Amba Aradam" intorno alla residenza di papa Francesco (garanzia della sicurezza del pontefice, lavori di adeguamento, impossibilità di utilizzare il secondo piano per gli ospiti di passaggio ecc.). Quello che doveva essere un albergo si è trasformato in un sistema mangiasoldi il cui motore era proprio il "papa dei poveri e dei bisognosi".

Il rifiuto da parte di papa Francesco di vivere al palazzo apostolico cosi come evidenziato dal sito "infovaticana.com" riprendendo a sua volta un articolo de "IlTempo.it" ha portato ad un aumento vertiginoso delle spese papali (fra costi e perdite) stimate intorno a 200.000€ al mese per un totale stimato di poco meno di 30 milioni di euro in 13 anni. La residenza di S. Marta infatti ha necessitato di un aumento di numero di gendarmi e guardie svizzere per il servizio di sicurezza, adeguamento degli spazi destinati al pontefice con conseguente ristrutturazione completa per realizzare una sala di rappresentanza, una cucina, uno studio sufficientemente attrezzato ecc. Tutto questo ha portato ad occupare l'intero secondo piano della struttura alberghiera voluta da Giovanni Paolo II, e questo con un'altra conseguenza: l'impossibilità di destinare le stanze ad ospiti di passaggio con la conseguente perdita di introiti dovuti al pagamento dell'alloggio.

Secondo alcune notizie frammentarie non confermate, quando Benedetto XVI si dimise nel 2013, lasciò un debito stimato di circa 30 milioni di euro, com'è possibile allora che la "spendig review" di papa Francesco ha ottenuto l'effetto contrario? In realtà è una concatenazione di cause che ha portato a questo enorme buco, alcune già accennate fra cui il calo vertiginoso delle entrate dell'"obolo di S. Pietro".

Il capriccio di papa Francesco di vivere a S. Marta ha certamente avuto degli effetti positivi in termini di "consenso mediatico", ora mi domando: ma le persone ingannate da questa "politica della povertà" ora che sono informate degli sprechi del "papa povero" o meglio del "papa pauperista", saranno ancora in grado di dire: "ma quanto è stato bravo e umile papa Francesco che ha rifiutato il lusso?" Con quale faccia tosta continueranno a dire che era meglio Francesco rispetto a Benedetto che invece utilizzava l'oro addosso? E già perché qui non si è ancora parlato delle finanze legate alla sagrestia vaticana che ha visto buttati al macero i sontuosi e storici paramenti della basilica per fare spazio gli stracci apparentemente poveri ma costosi confezionati ex novo per la volontà pauperista di Francesco.

Come se non bastasse fonti interne al vaticano hanno fatto emergere anche come papa Bergoglio si sia rifiutato di autorizzare qualsiasi lavoro di manutenzione all'appartamento del palazzo apostolico, con conseguenze che i giornali hanno portato alla ribalta: infiltrazioni d'acqua, muffe, intonaci e lastroni di marmo caduti o in procinto di cadere ecc. Un vero e proprio disastro che evidenzia un disprezzo dei beni altrui di cui lui era amministratore e non padrone assoluto.

Cari figli miei, se una volta si diceva che non tutto quel che luccica è oro, oggi mi viene da dire che non tutto quello che è visivamente povero è realmente economico. Si racconta che papa Pio XII sotto la sua veste talare aveva le camice consunte e rattoppate dalle suore, e come lui tanti altri papi. Ma al contrario, quando lo stesso papa doveva uscire per le celebrazioni pubbliche, cosciente del suo ruolo di vicario di Cristo in terra, sembrava la "Regina di Saba", perché un conto è fingersi povero e un conto è avere uno stile di vita povero che non intacchi il prestigio del ruolo che si ricopre, sono due cose molto diverse. Quando S. Pio X ha sistemato e modernizzato l'appartamento al palazzo apostolico, lo aveva fatto proprio per dare al pontefice un luogo stabile, sicuro, accogliente, dignitoso e funzionale dove esercitare il suo ministero, ma soprattutto un luogo che non fosse economicamente esoso per le casse vaticane. L'arredamento antico e prezioso è frutto del tempo e non di acquisti indiscriminati presso avidi antiquari, un po' come accadeva spesso nelle case delle nostre nonne, dove i tanti anni trascorsi in quel luogo avevano permesso di accumulare pezzi di arredamento importanti.

Ciò che lascia l'amaro in bocca in questa vicenda è che queste "politiche di povertà" di papa Francesco erano già state denunciate da molti di noi nella loro esosità e considerate solo di facciata, cosa che adesso guarda caso, sta venendo fuori. La differenza sta nel fatto che chi denunciava questo atteggiamento ipocrita, veniva bannato come un nemico complottista del povero papa Francesco. Nemmeno avete idea quanto mi scoccia dire "avevo ragione io", ma in questo caso non posso non dirlo, e siamo solo all'inizio!

Chissà quante altre cose verranno a galla, e chissà quanti si sentiranno traditi da questo papa che loro ritenevano il migliore che ci poteva essere. Cari figli miei, aprite gli occhi!

Con l'arrivo di papa Leone finalmente il pontefice tornerà ad abitare al palazzo apostolico, speriamo sia uno dei primi segni di un ritorno ad una normalità, almeno formale per ora, e di una inversione di tendenza rispetto ad un pontificato che ha portato un disastro oltre che spirituale anche materiale.


don Bastiano Del Grillo


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