Non tutti sanno che a pochi metri da dove è stato sepolto papa Francesco, è sepolto un altro papa: Antonio Ghislieri, più conosciuto come S. Pio V, il papa che il 14 Luglio 1570 promulgò il "Missale Romanum".
Sembra quasi uno scherzo ma è proprio così, il papa di origini piemontesi che il 16 luglio 2021 ha praticamente buttato nel bidone della spazzatura il messale tridentino, si trova ora sepolto a pochi metri da un papa piemontese che poco meno di cinque secoli fa ha voluto che il messale da lui promulgato fosse l'unico modo per esprimere liturgicamente la fede cattolica! Sembra bizzarro eppure papa Francesco ha voluto essere sepolto nella stessa basilica dove il 9 gennaio 1588 venne trasferito il corpo di S. Pio V.
Questa coincidenza è molto curiosa oltre che bizzarra, S. Pio V infatti nel 1570 pubblicò quello che doveva essere la forma universale e definitiva del modo in cui la Chiesa da lì in poi avrebbe dovuto celebrare la S. Messa. In realtà S. Pio V non inventò nulla, si limitò a ritoccare alcune parti del messale romano già esistente ed estenderlo a tutta la Chiesa come unica e irreformabile forma di celebrazione del culto divino. S. Pio V fece qualcosa che ancora non era mai stato fatto nella storia della liturgia, ovvero codificare in maniera definitiva il modo con cui bisognava celebrare il S. Sacrificio della Messa e così esprimere la fede. In sostanza S. Pio V ha dato al "Missale Romanum" un carattere dogmatico che provo a sintetizzare: con la S. Messa esprimiamo la nostra fede, la fede non muta, se la fede non muta non può mutare nemmeno la S. Messa. Questa sorta di "sillogismo" ha fatto comprendere a tutti i cristiani di rito latino che il Messale era qualcosa di intoccabile e di immutabile, proprio come la fede. Detto in termini teologici; la "lex credendi" viene espressa nella "lex orandi", quindi il modo in cui prego esprime ciò in cui credo. In più S. Pio V scrisse nella bolla di promulgazione, un indulto perpetuo con cui dava a tutti i sacerdoti in eterno la possibilita di celebrare con il suo messale nonostate qualsiasi cosa in contrario. Fin qui sembra tutto chiaro.
Viene da sé che il messale tridentino non poteva essere abrogato e sostituito da un nuovo messale. Si potevano aggiungere nuovi santi e nuove feste, ma non poteva essere modificato il rito della Messa in sé.
Tuttavia dopo il concilio Vaticano II, papa Paolo VI promulgò un "nuovo messale" contravvenendo all'anatema che S. Pio V aveva lanciato conto chiunque avesse osato modificare il rito della Messa. Paolo VI infatti non si limitò a piccole modifiche del rito della Messa, ma lo stravolse completamente. Oltretutto senza mai abrogare il messale di S. Pio V, che di fatto non è mai stato abrogato.
Nonostante ciò, papa Francesco ha fatto qualcosa che appare non solo un abuso, ma come un vero e proprio atto di apostasia. Il 16 luglio 2021 ha dichiarato nella lettera "Traditionis custodes" che il messale di Paolo VI è l'unica forma del rito romano e quindi unica espressione della fede cattolica.
Ora papa Francesco è sepolto accanto a colui che ha redatto il Messale da lui tanto osteggiato, e (lasciatemelo dire) tanto odiato.
Provo ad immaginarmi una sorta di litigata fra i due, e perché no una specie di duello, in cui però S. Pio V ne esce vincitore a discapito di Francesco che invece si ritrova davanti alle sue contraddizioni e ai suoi errori.
Non spetta a me il giudizio, e lo dico con sincerità, spero che il buon Dio abbia misericordia di lui e che lo perdoni di tanti errori commessi durante il suo discutibile e disastroso pontificato. Spero con viva fede che il Signore intervenga presto, magari con il nuovo pontefice, e ristabilisca quell'ordine (anche liturgico) di cui la Chiesa oggi ha estremamente bisogno, e che solo un intervento divino può ristabilire.
don Bastiano Del Grillo


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