Con la morte di papa Francesco, il funerale, il conclave, e l'elezione di Papa Leone XIV, come sempre in questi casi, siamo stati costretti a sorbirci le varie maratone televisive in cui si dicono le idiozie più colossali al solo scopo di riempire il palinsesto televisivo. Questa dinamica si ripete ogni qual volta muore un personaggio di interesse globale, o quando un'evento coinvolge l'interesse di un ampio pubblico generale, penso ad esempio alla morte della regina d'Inghilterra e alla successiva incoronazione di Re Carlo III, eventi che hanno focalizzato l'attenzione anche di chi non appartiene al popolo inglese o alla chiesa anglicana.
Con la morte di papa Francesco il copione sembra non essere per nulla diverso. La particolarità in questo caso è la narrativa intorno al suo gradimento e al consenso popolare. Facciamo qualche passo indietro, a quella sera del 13 marzo 2013 quando il mondo vide un volto ai più sconosciuto, nessuno sapeva chi fosse quel "Bergoglio" annunciato dal card. Tauran. Nonostante questo i media iniziarono da subito una campagna "incensatoria" nei suoi confronti. Quello che prima nessuno conosceva era improvvisamente il miglior papa che la Chiesa poteva desiderare.
Nessuno conosceva quel cardinale dal cognome italiano e nessuno sapeva che cosa aveva mai fatto in vita sua, eppure i giornalisti iniziarono da subito a parlarne talmente bene pur non avendo ancora assistito a nessun atto ufficiale ad eccezione del discorso dalla loggia centrale della facciata di S. Pietro con il suo pittoresco "buonasera".
Sin da subito era evidente che esisteva l'intenzione di qualcuno di influenzare l'opinione pubblica, di creare a tavolino intorno al neo eletto, un'aura di santità e di consenso nella forma più ampia possibile. Tutte le testate giornalistiche hanno iniziato a parlare bene di questo nuovo papa, anche il Grande Oriente d'Italia, la più antica istituzione massonica in Italia, pronunciò parole di profondo apprezzamento per questa elezione, parole rinnovate ora in forma di cordoglio con la sua morte. Ogni atto del nuovo pontefice veniva enfatizzato e ingigantito come se fosse la cosa più straordinaria che ci potesse essere sulla faccia della terra. E' vero che molti atti furono compiuti per la prima volta da lui, ma era evidente che bisognava in tutti i modi creare consenso intorno alla sua figura. Chi ha buona memoria si ricorderà che appena un'anno dopo la sua elezione nacque una rivista specifica dal titolo "Il mio papa" edita da Mondadori sotto la direzione di Aldo Vitali. rivista pubblicata fino al 2020 quando venne chiusa. Tenete a mente questo fatto perché poi ci ritorneremo.
Gli osservatori più acuti e onesti ricorderanno che lo stesso atteggiamento mediatico di costruzione di consenso non si realizzò con papa Benedetto XVI, che al contrario venne da subito osteggiato e persino denigrato dai media sin dalla sua elezione e conseguentemente molto osteggiato anche dall'opinione pubblica più superficiale. Papa Ratzinger apparentemente non godeva della stessa stima da parte dei fedeli rispetto a quanto ne godeva papa Francesco. Venne subito apostrofato come "pastore tedesco" nell'accezione negativa del termine, venne definito austero, duro e impassibile, privo di capacità empatica. Ma chi si è sforzato di andare oltre a questa narrazione ha invece scoperto un uomo sentimentalmente molto profondo e a tratti dolce ed empatico, tutto il contrario di quello che hanno voluto far passare giornalisti e commentatori disonesti.
Non serve fare studi sociologici particolari per comprendere le dinamiche con cui i media influenzano le masse. La pubblicità dei prodotti commerciali in questo ambito è un chiaro ed emblematico esempio. Chi non ricorda il caso iconico del "Cacao Meravigliao"? Un prodotto del tutto inesistente che solo per il fatto di essere il fittizio e goliardico sponsor del programma Tv "Indietro tutta" di Renzo Arbore suscitò una curiosità tale che la gente andava nei negozi per acquistarlo, al punto che un'azienda decise di mettere sul mercato un prodotto che di fatto prima non esisteva, e che venne creato successivamente a quella fittizia pubblicità. L'impressione è che il gradimento delle masse intorno a papa Francesco sia un po' come il "Cacao Meravigliao", qualcosa che non esisteva e che si è voluto creare appositamente partendo dal nulla più assoluto.
Qualcuno potrebbe pensare che sto esagerando, che papa Francesco ha contribuito lui stesso a crearsi il consenso intorno a se attraverso scelte coraggiose e frasi d'effetto come il "buongiorno" e il "buonasera" o il "buon pranzo" durante i suoi angelus in piazza S. Pietro, anche il suo apparente distacco dalle "ricchezze" vaticane e la sua vicinanza ai poveri sembra avergli fatto guadagnare numerosi punti di gradimento. Ma si sa che fra tanta gente superficiale ce n'è altrettanta più profonda e intellettualmente più acuta, che non si lascia ingannare dagli stereotipi propagandati.
Possiamo dire con assoluta certezza che questo papa sia quello che più di tutti gli altri ha cavalcato l'onda mediatica, e ha fatto dello strumento mediatico un mezzo di assoluta propaganda.
La campagna pauperista iniziale è stato uno dei caratteri più distintivi dei primi periodi del pontificato di Francesco. La scelta di vivere a S. Marta appariva come un atto di semplicità e di distacco dalla "ricchezza" del palazzo apostolico. Peccato però che questa scelta ha fatto schizzare i costi della sicurezza, S. Marta infatti non possiede quei "filtri architettonici" che ha il palazzo apostolico, è un edificio a ridosso del traffico cittadino di via di porta Cavalleggeri, a pochi passi dall'ingresso alla città del vaticano, un rafforzamento della sicurezza è stato per forza di cose necessario. Anche la scelta di utilizzare i suoi paramenti sacri al posto dei più antichi e sontuosi paramenti della sagrestia vaticana non è altro che uno specchietto per le allodole. L'uso della sua mitria vescovile all'inizio ha comportato l'adeguamento e il confezionamento di tutti gli altri paramenti sacri necessari per le celebrazioni papali, quantomeno la casula e le dalmatiche per i diaconi. Alcune mie informazioni mi hanno confermato che le spese della sagrestia vaticana hanno subito un picco con Francesco che non si verificò con Benedetto XVI, che al contrario utilizzava i paramenti storici della basilica senza la necessità di dover confezionare nuovi paramenti.
La simpatia che ha suscitato papa Francesco presso la gente non è stata così tanto maggiore rispetto a quella che ha succitato Giovanni Paolo II o anche lo stesso Ratzinger. Certamente la sua vicinanza ai poveri e agli emarginati ha avuto un peso notevole, ma di certo più incisivo di quanto Giovanni Paolo II possa averlo avuto presso i malati. Le immagini della lunga fila per il saluto a papa Francesco non sono per nulla paragonabili a quelle di Giovanni Paolo II, dove la gente rimase in fila per molte più ore rispetto a papa Francesco.
Ciò che conta in questi casi è l'emotività che questi eventi suscitano nell'animo dei fedeli, ma non dimentichiamoci che può anche essere costruita ad arte. Papa Ratzinger dopo la sua morte venne quasi del tutto trascurato dai media, ma le file per andare a rendere omaggio al suo feretro non furono tanto meno corpose rispetto a quelle di papa Francesco.
La narrazione giornalistica e mediatica estremamente positiva nei confronti di papa Francesco si scontra però con alcuni fatti che non possono essere negati né taciuti. Innanzitutto bisogna considerare, ed è sotto gli occhi di tutti, che durante il pontificato di Francesco si è assistito ad un crollo vertiginoso e catastrofico delle offerte dell'8x1000, affiancato da un crollo di coloro che si dicono cattolici o in particolare che partecipano regolarmente alla S. Messa domenicale, fatto strano per un papa tanto amato. Evidentemente questo "amore" si fonda su qualcosa che non è la fede cristiana cattolica. Quanto detto è riscontrabile in numerose interviste andate o interventi di commiato andati in onda in tv o diffusi sul web. Uno degli interventi che più mi ha fatto riflettere è stato quello di Claudio Guerini di RDS, che in un suo commovente ricordo di papa Francesco, fa un elogio in rima di tutte le unicità e le particolarità personali e del suo pontificato. Tuttavia nel video girato su Facebook ribadisce il suo ateismo, e rimane addolorato di non essere riuscito a credere nonostante la testimonianza di Francesco. Questo fatto mi fa molto riflettere; possibile che un papa non sappia dare quegli elementi fondamentali che permettono al messaggio cristiano di convertire le anime? Possibile che una persona che apprezza l'uomo Jorge Mario Bergoglio nei suoi gesti unici e dirompenti non sia stato in grado di andare al cuore del messaggio evangelico di conversione? Di fatto una persona che apprezza ed elogia il papa e che dichiara di non essere riuscito a raggiungere la fede non è altro appare come un fallimento per un uomo di chiesa, fermo restando la possibilità sempre concreta che quell'uomo possa comunque aver ricevuto un seme da far germogliare nella sua anima.
La tv o il web sono pieni di esempi come questo appena riportato, un elogio della persona che termina con la morte della persona stessa.
La particolarità della predicazione cristiana sta nel lasciare l'interlocutore con il desiderio di abbracciare lo stile di vita di colui che gli ha predicato il vangelo, ma sembra che questa possibilità con papa Francesco e in generale nei predicatori di oggi sia piuttosto rara.
Molti elementi legati anche al funerale di papa Francesco hanno contribuito non poco a costruire un'emotività molto forte intorno a questo evento e naturalmente al papa stesso. Il fatto di aver scelto di essere sepolto a S. Maria Maggiore ha fatto si che in tanti si sentissero "dentro" a questo evento. Come rimanere indifferenti davanti alle due ali di fedeli, turisti, curiosi o semplici passanti che dalla basilica di S. Pietro a quella Liberiana hanno fatto da cornice al corteo funebre? Una immagine certamente commovente anche per il sottoscritto che questo papa non lo ha per nulla stimato. Ma è una commozione indotta dal contesto non certo da un sentimento sincero. Anche il luogo della sepoltura fa in modo che la tomba sia più "accessibile" rispetto alle tombe delle grotte vaticane. Se cosi non fosse stato probabilmente non ci sarebbero state lunghe file per entrare nei sotterranei della basilica vaticana.
Ad un mese dalla morte di papa Francesco cosa dire? Questo papa è stato così tanto amato come sembra? Ascoltando numerosi talk show mi è capitato di sentire dei commenti piuttosto sorprendenti! Molti commentatori che prima osannavano papa Francesco improvvisamente hanno iniziato a demolirne la sua teologia e la sua linea pastorale e di governo della Chiesa. Molto interessante questo atteggiamento nei confronti di papa Francesco se consideriamo che fino a qualche giorno prima ne esaltavano anche gli starnuti.
Ma ciò che trovo ancora più interessante è il silenzio in cui sembra essere caduto il pontificato di papa Francesco, è pur vero che il suo immediato successore sta catalizzando molto l'attenzione in questo momento, ma sembrerebbe che l'unico a citare papa Francesco sia proprio il solo papa Leone e nessuno più.
Ma alla fine di tutto sto papa Francesco è stato amato o no? E se si da chi?
A mio modesto parere, escludendo quei fedeli che avrebbero amato un qualsiasi altro papa a prescindere, non rimane nessun'altro se non poche categorie ristrette di persone. Gli unici ad averlo amato erano coloro che trovavano in lui uno che non li interrogasse più di tanto nella loro vita interiore. Quegl'atei che rimanevano nelle loro presunte sicurezze ma con una parvenza di vaga spiritualità indefinita, o quelle categorie di persone come trans o prostitute che si sono sentite accolte ma senza nessuno che gli dicesse "va e non peccare più". Quei giornalisti che trovavano in lui una fonte di stravaganze su cui scrivere fiumi di elogi, ma con tutta sincerità sembra che questo papa non ha lasciato per nulla un segno indelebile nell'anima della Chiesa, ne per i suoi discorsi o la sua erudizione teologica o filosofica, ne per le sue omelie o per i suoi gesti.
Sembra evidente quello che da dodici anni viene detto da più parti, ovvero che questo papato è stato un disastro che ha lasciato la chiesa spaccata, divisa, frammentata e confusa. La storia ci smentirà o ci dara ancora più ragione, per ora preghiamo che questo papa appena eletto riesca a farsi guidare dallo Spirito Santo e non dallo spirito del mondo o peggio ancora dallo "spirito del concilio" di cui papa Francesco ne è stato un drammatico strumento di attuazione.
don Bastiano Del Grillo





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