Nella PRIMA PARTE di questo articolo, ho analizzato alcuni
aspetti legati alla comprensione della Messa in Latino tradizionale di S. Pio V
e ai frutti che l’introduzione delle lingue correnti ha portato all’interno del
panorama di fede dei cattolici post Vaticano II. In questa seconda parte
continuiamo questa analisi nella quale vorremmo comprende, se la Messa in
latino sia realmente un problema per la Chiesa come Papa Francesco vuole far
credere.
La liturgia che attira al bello e al vero
Vorrei analizzare ora altri "dati" che definirei
più "materiali".
Penso in particolare all'arte della celebrazione e alla
bellezza della Liturgia. La Messa tridentina si può dividere sostanzialmente in
"cantata" e "letta" quella cantata ha un'ulteriore variante
che è quella "solenne" con la presenza del diacono e del suddiacono,
quella che popolarmente viene detta la "Messa a tre preti". Se
prendiamo in esame la "Messa cantata" ci rendiamo conto che la Messa
tridentina non ammette alcuna licenza sul repertorio da cantare, mi spiego
meglio; nella Messa tridentina non è permesso cantare canzonette in italiano
con ritmi moderni. La Messa tridentina è indissolubilmente legata al canto
gregoriano o al canto polifonico, il che rende la Messa "diversa" da
altri atti umani. In altre parole la Messa è un atto sacro e si usa non solo
una lingua sacra (il latino) ma anche un canto sacro (il gregoriano o la
polifonia). La distinzione fra sacro e profano è molto evidente sia nei gesti
rituali del sacerdote, sia nel canto che accompagna questi gesti.
Nella Messa moderna al contrario si assiste spessissimo a
teatrini che sembrano la parodia della Messa stessa: canti moderni di stampo
sentimentalista e con ritmi che spaziano fra il rock il folk e il pop, balletti
senza alcun significato rituale (in occidente il ballo nasce come mezzo di
seduzione fra uomo e donna e non nell'ambito del culto come nelle culture
pagane). Questo fa sì che la liturgia viene a spogliarsi di quel carattere
mistico e soprannaturale che invece è ciò che deve attrarre, anche perché
privare di questo aspetto la liturgia a favore di un clima più terreno porta a
pensare (come del resto è dimostrato) che la Messa non sia rivolta a Dio ma
bensì all'intrattenimento del pubblico. L'altare si trasforma in un
palcoscenico, l'incenso si utilizza per creare atmosfera come se fosse un “fumogeno”
e ciò che appartiene a Dio viene appiattito, diventa “umano” nel senso di
“artificiale”, e di conseguenza privo di sacralità come tutte le cose umane. Se
la Messa si riduce ad "intrattenimento" è meglio rivolgersi a chi
l'intrattenimento lo fa per professione, il risultato è decisamente di qualità
superiore, più attraente e più gratificante!
Un prete che balla e canta facendo lo showman sull'altare,
attira l'attenzione su di sé e sulla stravaganza di ciò che fa apparire, ma tutto
si esaurisce lì, se continuerò a frequentare la Messa non sarà certo perché ho
fatto un'esperienza di mistica soprannaturalità, ma perché mi sono divertito a
vedere uno show magari esilarante, che continuerò a rivedere finché non mi
stufo, e quando mi stufo passerò ad altro...
Conoscenza della dottrina e dei misteri di fede
Altro studio molto interessante riportato dal sito
lanuovabq.it (che potete consultare qui)
ha evidenziato che chi partecipa alla Messa tridentina, non solo conosce meglio
la dottrina cattolica, ma è anche più fedele alla pratica religiosa. Lo studio
è stato curato da un sacerdote laureato all'Università del Texas; don Donald
Kloster, su un campione di 1.322 persone provenienti da 16 stati differenti. Le
domande vertevano sull'approvazione o meno della contraccezione, sul matrimonio
omosessuale, su aborto, sulla partecipazione alla Messa settimanale e il tasso
di fertilità. Uno dei dati più sorprendenti è relativo agli obblighi di fede
come la partecipazione alla Messa domenicale, che va dal 22% di chi frequenta
la Messa "nuova" fino al 99% di quelli che vanno alla Messa
"tradizionale". Gli stessi dati con leggere differenze si hanno anche
nell'accostamento alla confessione (98% Messa tradizionale contro il 25% della
nuova Messa).
Anche sugli altri aspetti le differenze sono
incredibili! Basti dire che appena il 2% di coloro che frequentano la
Messa tradizionale approva la contraccezione e il matrimonio tra persone dello
stesso sesso, e solamente l’1% l’aborto, oggettivamente, percentuali da
contagocce. Mentre fra coloro che partecipano alla Messa
"nuova" l’89% tollera la contraccezione, il 67% è favorevole
alle nozze gay e il 51% perfino all’aborto. Uno scenario, quest’ultimo, che
sarebbe eufemistico definire preoccupante, e che testimonia la necessità di
maggiore formazione e conoscenza tra i cattolici imbevuti, talvolta a loro
insaputa, di cultura dominante.
Se si considera il fatto che fra i cattolici legati alla
Messa tridentina la natalità è nettamente maggiore, ne deriva che in un
prossimo futuro coloro che potrebbero preferire la Messa tradizionale
potrebbero essere molti di più rispetto a quelli che parteciperebbero alla
Messa nuova.
Proviamo a trarre delle conclusioni
Volendo giungere ad una sintesi, alla luce delle riflessioni
e dei dati riportati, possiamo affermare senza ombra di dubbio, che la Messa in
latino tradizionale non è per nulla un problema per la Chiesa, anzi! Se la
Chiesa desidera riportare al centro della società il messaggio del vangelo, se
desidera rievangelizzare il mondo sembra che la liturgia tradizionale in latino
sia una strada privilegiata! Le persone di questo mondo hanno bisogno di
certezze dottrinali e morali, oltre che di una liturgia che sappia trasportare
verso il divino, lasciando a casa gli aspetti umani e dando nutrimento
all'anima. Del resto se ci guardiamo attorno ci rendiamo conto che molti uomini
e donne si sono rivolti a filosofie orientali che promettono un'esperienza più
interiore, più profonda e intensa. Tralasciando per il momento gli aspetti
critici di queste filosofie, questo fenomeno è chiaramente segno di un
desiderio di spiritualità e di trascendenza che la Chiesa possedeva e che ha
messo da parte per andare dietro a false convinzioni e dubbie ideologie umane.
La verità è che la Chiesa si fonda sull'insegnamento di un
Dio incarnato che ha detto: "io sono la via, la verità e la
vita" (Gv.14,6). Se vogliamo trovare la strada per la salvezza
eterna dobbiamo necessariamente ricercare questa verità assoluta, l'unica
capace di darci una vita piena di senso perché finalizzata alla vita eterna.
Questa verità è espressa in forma piena dalla liturgia tradizionale che ha
nutrito il mondo attraverso la bellezza dell'arte liturgica e di tutte le arti
che ad essa si sono ispirate o che da essa sono nate. Se è vero quello che
diceva Platone, che la bellezza è espressione del vero, dobbiamo tornare a
gustare quella bellezza liturgica che è fatta di armonia di forme, di colori,
di profumi e di gesti che la Liturgia tradizionale ci ha dato per secoli.
Questa operazione non è semplicemente un ritorno al passato, tutto il
contrario! È il fondamento del futuro dell'umanità e della civiltà cattolica,
per far esprimere ad essa il meglio di sé, ispirandosi a Dio e desiderandolo,
ricercandolo, amandolo per farlo amare.
La Messa in latino, o tridentina o tradizionale (chiamiamola
un po' come vogliamo) non è e non dovrebbe essere un problema per la Chiesa, la
soluzione alla crisi che la Chiesa di oggi sta attraversando passa anche
attraverso la liturgia tradizionale, quella della Chiesa è una crisi di
spiritualità che non può prescindere dal nutrimento che la Liturgia
tradizionale ha dato nel passato e che può continuare a dare ancora oggi.
Fateci caso, quando in Tv vedete una pubblicità di qualche prodotto come il
pane, i biscotti, o le marmellate ecc. cosa vi dicono? qual è lo slogan
ricorrente? "Fatto secondo la ricetta tradizionale". La tradizione è
garanzia di genuinità! Se questo vale per un Pandoro o per una composta di
frutta piuttosto che per un dolce da forno, perché non dovrebbe aver valore per
ciò che riguarda la fede? Per quale motivo i pastori della Chiesa devono
demonizzare i mezzi che la Chiesa stessa possiede per riportare questa
genuinità spirituale alle anime dei fedeli?
Cari Pastori della Chiesa, guardate oltre la siepe e
rendetevi conto che il modo migliore per essere rivoluzionari è tornare a
contrastare le logiche del mondo senza confondersi con esse, torniamo ad
utilizzare i mezzi tradizionali che hanno dimostrato e continuano a dimostrare
non solo la loro autenticità e la loro genuinità, ma anche la loro efficacia. È
vero che non siamo più abituati e questo ci spaventa, capisco anche che le
logiche del mondo appaiono più comode, ma se si sceglie Cristo bisogna pure mettersi
in gioco e accettare che non tutto giova al raggiungimento dei suoi scopi, e
magari la strada già percorsa nel passato può essere riaperta.
Cari amici, siate coraggiosi! Non accontentatevi delle cose
più semplici da raggiungere, sappiate ricercare quelle più raffinate così come
fa un cercatore di pepite d'oro, così come fa il cercatore di tartufi che non
si spaventa nel mettere le mani dentro la terra sporcandosele, perché solo
camminando in salita e sudando si arriva sulla vetta, solo mettendo le mani
nell'acqua gelida di un fiume si trovano le pepite d'oro più pregiate, solo
mettendo le mani nella terra si trovano i tartufi più profumati.
La fatica premia! Questo vale per le cose umane ma vale
ancora di più per le cose di Dio. La fatica iniziale che può spaventarci
davanti ad una liturgia apparentemente incomprensibile lascerà spazio al gaudio
di aver trovato un tesoro, una strada verso l'eternità!
don Bastiano del Grillo.
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