Documenti della Chiesa

lunedì 27 ottobre 2025

Pillole di liturgia, IL CINGOLO - storia uso e significato



In questo terzo post dedicato ai paramenti sacri (QUI il primo sull'amitto e QUI il secondo sull'alba), accenniamo ad un accessorio che sembra essere quello più semplice e logico nel suo uso. Questo però non significa che non abbia simbolismi importanti, e non giustifica affatto un suo disprezzo. Si assiste oggi nell'ambito della nuova Messa, ad un abbandono sempre più frequente di questo paramento, sorte che purtroppo capita anche per altri paramenti come ad esempio il camice o la stola, anche se più di rado.


Origine

Vediamo innanzitutto l'origine di questo accessorio.

Come abbiamo visto nei post precedenti, l'abbigliamento liturgico deriva in larga parte dall'abbigliamento romano. Il Cingolo era un accessorio quasi indispensabile della tunica, e con essa passò anche nel vestiario liturgico. Nella Chiesa gallicana veniva usata solo dai chierici insigniti degli ordini maggiori.

I cingoli utilizzati nel medioevo erano per lo più di lino e avevano la forma di una fascia larga circa sei o sette centimetri che si legava tramite una fibbia o di appositi legacci. Il cingolo a forma di cordone come lo conosciamo oggi se ne parlava molto di rado e divennero comuni solo dopo il XV secolo. Su questa fascia venivano spesso ricamati motivi floreali, animali e inserite pietre preziose e lamine d'oro e d'argento. La tradizione orientale ha conservato quest'uso ancora oggi di questa fascia ricamata e ornata chiamata in greco ζώνη (zone).



Funzione

La funzione del cingolo è quanto mai intuitiva, serve a stringere i fianchi non solo l'alba ma a tenere ferma anche la stola. Infatti nell'uso orientale viene posta sopra di essa proprio per fermarla, mentre nell'uso romano - e occidentale in genere - viene legata con le parti finali del cingolo. 


Significato

Come spesso accade nella storia della liturgia, molti accessori vengono utilizzati per scopi puramente pratici, ma con il tempo acquistano significati simbolici e allegorici. Il cingolo in particolare, avvolgendo la parte lombare, assume un significato legato alla castità e alla purezza. In questo senso è molto esplicativa la preghiera che il sacerdote recita mentre la indossa:

"Praecinge me, Domine, cingulo puritatis, et exstingue in lumbis meis humorem libidinis; ut maneat in me virtus continentiae et castitatis" 

Traduzione: "Cingimi, Signore, con il cingolo della purezza e prosciuga nel mio corpo la linfa della libidine, affinché rimanga in me la virtù della continenza e della castità".



Pur essendo considerato spesso un accessorio minore, il cingolo acquista un significato importante non solo dal punto di vista pratico, ma anche e soprattutto simbolico e spirituale. L'abitudine ormai diffusa nella liturgia post-conciliare di ometterlo durante le celebrazioni - questo vale per tutti i paramenti - non è solo una mancanza di rispetto per ciò che si va a compiere, ma una omissione che compromette la sacralità del rito stesso. Anche se apparentemente sembra non essere un grave problema, in realtà la sua omissione danneggia l'estetica del sacerdote celebrante, apparendo sciatto e in alcuni casi goffo, di conseguenza anche la sacralità stessa degli atti sacerdotali sono privati di quella eleganza che deve essere intrinseca all'immagine del sacerdote e della dignità di cui è rivestito. Purtroppo il Messale di Paolo VI prevede che in alcuni casi, il cingolo può essere omesso, se ad esempio il camice aderisce ai fianchi. Questa possibilità però sminuisce notevolmente l'uso e il significato simbolico del cingolo, riducendolo ad un accessorio meramente pratico.

I sacerdoti che ogni giorno si accingono a salire i gradini dell'altare, abbiano cura e rispetto di questo accessorio che come dimostrato, ha un'importanza non solo pratica ma anche storica e spirituale.




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Fonti:

Mario Righetti, STORIA LITURGICA. vol. 1 pagg. 594.




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